La catena di supermercati Esselunga ha diffuso l’avviso di richiamo di un lotto di Taleggio Dop “Piacere Naturale” a marchio Carozzi Formaggi per la presenza di Listeria monocytogenes. Il prodotto coinvolto è distribuito in forma intera sfusa con incarto protettivo e numero di lotto 4973.

Esselunga raccomanda ai consumatori che hanno acquistato al banco gastronomia o nei self service della catena tra il 7 e il 28 settembre il Taleggio Dop Carozzi (identificabile dall’etichetta) di non consumare il prodotto e riportalo al punto vendita.

L’infezione da Listeria monocytogenes si presenta principalmente con sintomi a carico del sistema gastrointestinale, ma in casi più gravi può essere causa di meningite (anziani e persone immunocompromesse). In gravidanza può provocare aborti e parti prematuri.

Per informazioni, è possibile contattare l’azienda al numero 0341955173 oppure all’indirizzo email donata@carozzi.com

Dal 1 gennaio 2017Il Fatto Alimentare ha segnalato 78 richiamiper un totale di 118 prodotti e 8 provvedimenti revocati. Per vedere gli altri clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo  pubblicato in Italia che  rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. La questione riguarda grandi aziende come Barilla, Mars…, catene di supermercati che commercializzano migliaia di prodotti con i loro marchi (Esselunga, Coop, Carrefour, Auchan, Conad, Lidl, Eurospin…), e anche piccole e medie imprese. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.

I lettori  interessati a ricevere l’e-book, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro  in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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dino
dino
4 Ottobre 2017 11:26

Gli strumenti ci sono per rendere la clientela più vicina ai produttori. I richiami potrebbero essere gestiti ad personam inviando messaggi alle persone che hanno già acquistato prodotti di quel lotto e contrassegnando tutti gli articoli non ancora venduti. Esistono servizi – praticamente gratuiti – che possono mettere le aziende manifatturiere e distributrici al riparo dalle conseguenze dei richiami. Servizi come my-validactor sono pronti e disponibili al servizio di tutti.