cioccolato

cardboard pizza boxesPossono contaminare il riso e la farina, ma anche i cereali per la colazione e il cioccolato. Stiamo parlando degli oli minerali, sostanze potenzialmente dannose per la salute umana derivate dai combustibili fossili, che possono finire nei nostri cibi attraverso imballaggi, in particolare quelli in carta e cartone riciclato. Per questo Altroconsumo ha portato in laboratorio 40 prodotti  alla ricerca dei Mosh (idrocarburi saturi degli oli minerali), tossici per il fegato (dei ratti), e i Moah (idrocarburi aromatici degli oli minerali), potenzialmente genotossici e cancerogeni, secondo quanto concluso dagli esperti di contaminanti del gruppo Contam dell’Efsa nel 2012.

L’associazione dei consumatori ha messo alla prova diversi marchi di riso, pasta all’uovo, cereali da colazione, tavolette di cioccolato, preparati per budini al cacao e calendari dell’avvento per bambini, categorie di alimenti considerate a rischio contaminazione. I risultati del test non sono entusiasmanti. A causa degli elevati livelli di Moah, Altroconsumo boccia i cioccolatini di un calendario dell’avvento, una tavoletta di cioccolato, tre confezioni di tagliatelle all’uovo su sette  e  sei budini al cioccolato su sette (*).

people working on packing line in factory
Tra le principali cause di contaminazione da oli minerali ci sono gli imballaggi di cartone riciclato

Tra le fonti di contaminazione da oli minerali, le più importanti sono gli imballaggi, soprattutto quelli di carta e cartone riciclato. Il motivo è semplice: residui di inchiostri e composti chimici utilizzati durante la lavorazione possono rimanere nel materiale e migrare nell’alimento, se non adeguatamente isolato. Esistono anche altre fonti oltre agli imballaggi. I cereali possono venire in contatto con gli oli minerali direttamente nei campi, a causa dell’inquinamento prodotto dai motori dei macchinari agricoli. Il cioccolato, invece, può essere contaminato dai sacchi usati per il trasporto.

In Europa non esiste ancora una normativa che impone alle aziende dei limiti nei prodotti alimentari, ma è in corso un monitoraggio in tutti gli Stati membri per fotografare le dimensioni del problema. Tuttavia, le aziende non sono rimaste a guardare e sono alla ricerca di soluzioni. Come riporta il Ceirsa, alcune misure per contrastare il fenomeno possono avere un effetto immediato sulla contaminazione, come la sostituzione di materiali riciclati con altri ottenuti da fibre vergini o l’introduzione di una barriera protettiva, tipicamente in plastica, tra alimento e l’imballaggio di cartone riciclato. Queste soluzioni hanno però un maggiore impatto ambientale e vanno in senso opposto agli sforzi di utilizzare imballaggi riciclati e materiali alternativi alla plastica. Laddove la contaminazione riguarda la materia prima, come il cacao, gli interventi sono più complessi e difficili da realizzare.

cacao semi sacco mani
In alcuni casi, come per il cioccolato, la contaminazione avviene a livello di materie prime

Tutte le agenzie internazionali ritengono che la strategia migliore per ridurre l’esposizione umana agli oli minerali sia un intervento sugli imballaggi, utilizzando solo inchiostri, colle e additivi privi di queste sostanze. Allo stesso tempo è necessario agire sui processi di riciclaggio del cartone, in modo che nei materiali finiti non rimanga  traccia di queste sostanze.

(*) Nota: In assenza di limiti di legge comunitari o nazionali, Altroconsumo ha utilizzato come metro di giudizio una proposta di regolamentazione tedesca, che stabilisce un limite di 0,5 mg/kg per i Moah, e il parere dell’agenzia per la sicurezza alimentare belga, che ha proposto anch’essa un limite di 0,5 mg/kg per i Moah e uno differenziato per categoria di alimenti per i Mosh.

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luigi
luigi
22 Marzo 2018 12:50

non potrebbe essere contemplabile unire la capacità di riutilizzare gli scarti alimentari con quella di usare imballaggi sempre meno provenienti da risorse fossili?