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È giusto fidarsi di un nutrizionista che incensa le merendine e fa il consulente delle aziende

È giusto fidarsi di un nutrizionista che incensa le merendine, ribadisce l’importanza dello zucchero nella dieta, e ricorda il ruolo del tè freddo quando si fa sport, salvo poi scoprire che svolge attività di consulenza per le aziende di dolciumi e bevande? La domanda è retorica ma in realtà è quello che succede ogni giorno quando si ascoltano i consigli dispensati da famosi nutrizionisti intervistati da conduttori o giornalisti non sempre esperti  della materia. Basta anche leggere i blog di testate nazionali o gli interventi su quotidiani e riviste per trovare su temi delicati come merendine, dolci, zucchero e bibite sempre gli stessi concetti paludati ed elusivi: non bisogna esagerare… la colpa non è di un singolo ingrediente ma della quantità… la gente può leggere le etichette e scegliere liberamente… le mamme devono stare attente… vanno bene per un ragazzo che fa sport…

Pochi evidenziano il continuo lavaggio del cervello degli spot tv che promuovono prodotti alimentari spazzatura e bibite gasate zuccherate. Nessuno ricorda le censure dell’Antitrust a grandi marchi alimentari per i loro messaggi ingannevoli. Raramente nelle interviste o negli articoli si dice che le merendine e i dolci, secondo la piramide alimentare, devono essere consumati saltuariamente, e che l’unica bibita da bere a tavola per bambini e ragazzi è l’acqua.  Questo accade anche perché diversi nutrizionisti presentati come professori universitari, responsabili di dipartimenti ospedalieri specializzati in nutrizione, responsabili di enti di ricerca pubblici … svolgono consulenze ben retribuite per aziende di merendine, biscotti e bibite zuccherate e di altri settori merceologici. A questi esperti che scrivono sui giornali e frequentano salotti tv, chiediamo per onestà intellettuale di dichiarare la loro consulenza quando parlano di argomenti collegati all’attività privata. Alcune testate da tempo indicano il potenziale conflitto di interessi degli intervistati ma sono pochissime.

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I nutrizionisti indipendenti, pur essendo la maggioranza sono poco intervistati.

C’è da chiedersi come mai i nutrizionisti indipendenti, pur essendo la maggioranza siano poco intervistati. Il Fatto Alimentare ha evidenziato più volte questa situazione di conflitto di interesse e ha chiesto alle società scientifiche un parere. La risposta è stata univoca:  il nutrizionista deve indicare il doppio ruolo e questo fa parte della deontologia.

Questo invito alla trasparenza è destinato  ai giornalisti responsabili delle pagine scientifiche,  ai conduttori  tv e ai direttori dei siti che si occupano di salute e alimentazione. A tutti chiediamo di cominciare ad inserire negli articoli e nelle interviste questo elemento di trasparenza e correttezza nei confronti dei lettori.

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tullio scaramella
tullio scaramella
21 Ottobre 2015 21:25

Infatti, è con INDIGNAZIONE che ho letto alcuni commenti favorevoli all’olio di palma, propinatici da cosiddetti nutrizionisti, dalla faccia sorridente, sui giornalini periodici distribuiti dalla COOP.

Giuseppe gallo
Giuseppe gallo
30 Ottobre 2015 13:15

I nutrizionisti dovrebbero essere piu coerenti con la scienza e con le tradizioni perché la storia insgna e deve far riflettere per il bene di tutta l’umanità

ezio
ezio
1 Novembre 2015 11:23

E’ un principio sacrosanto che dovrebbero seguire obbligatoriamente tutti gli esperti in qualcosa quando promulgano la loro conoscenza.
Ma l’etica e l’onestà non sono attributi scientifici, ma considerati optionals per i fessi.

grazia
grazia
2 Novembre 2015 12:32

Complimenti a voi del Fatto Alimentare per combattere questa battaglia etica. Voi sollevate l’attenzione sui veri problemi, le cause a monte dei danni alla nostra salute. Grazie.