In attesa del dossier sul Bisfenolo A che l’Efsa di Parma dovrebbe pubblicare a fine giugno, alcune comunità scientifiche intervengono nel dibatito e pubblicano pareri su un tema diventato di grande interesse. Pochi giorni fa il Ministero della salute canadese ha diramato un comunicato in cui sostiene che non ci sono rischi per i consumatori in relazione alla  quantità di Bisfenolo A  contenuta nelle resine epossidiche utilizzate come rivestimento interno di alcuni contenitori per alimenti. La dichiarazione è correlata ad un’indagine condotta dallo stesso Ministero in 78 tipi di cibo in scatola. L’Agenzia tedesca per l’ambiente (Uba)  attraverso il suo presidente Jochen Flasbarth, ha fatto sapere  che le conoscenze sul Bisfenolo A,  si possono ritenere  sufficienti per applicare il principio di precauzione e  che bisogna agire  di conseguenza. L’invito Uba verso un  approccio di tipo precauzionale è in linea con quanto deciso in Danimarca e Francia, dove pochi mesi fa sono state adottate misure cautelative per alcuni prodotti contenenti la sostanza chimica. Anche il Canada da un pò di tempo ha vietato biberon contenenti Bisfenolo A. Questi paesi hanno sposato le tesi  di  alcuni studi dove si sostene che il Bisfenolo A  può provocare una serie di gravi problemi di salute – tra cui il diabete, maggiori rischi di attacchi di cuore –  oltre ad essere un interferente endocrino per l’uomo. La tesi dell’Uba  tedesca non è proprio in sintonia con il parere dell’Agenzia per la sicurezza  alimentare della Germania  (Bfr),  che pochi mesi fa ha ritenuto sulla base degli  studi scientifici disponibili  che  l’uso normale delle bottiglie di biberon in policarbonato (sostanza che contiene il 70-80% di Bisfenolo A)   non comporta un rischio sanitario per neonati e bambini piccoli. La situazione  è  comunque controversa visto che anche negli Stati Uniti la Food and Drug Administration (FDA) sta riesaminando le posizioni prese qualche anno quando considerava  il Bisfenolo A un materiale privo di rischi per la salute.

Il BPA è usato principalmente nei biberon in policarbonato, in tazze e posate di plastica dura e nelle resine epossidiche utilizzate per rivestire internamente  il cibo in lattina.