gli italiani e il cibo
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Lo studio del censi si è occupato della situazione sociale italiana legata al tema dell’alimentazione

È stato presentato il 4 luglio in Expo “Gli italiani e il cibo: rapporto su un’eccellenza da condividere”, ricerca del Censis realizzata per il Padiglione Italia che affronta il tema “Nutrire il pianeta” in relazione alla situazione sociale nel nostro Paese. Dal documento  emerge una realtà in cui il legame verso il cibo rappresenta l’identità italiana. L’atto di cucinare e mangiare è legato alla convivialità e al piacere di stare insieme; ma, allo stesso tempo, i numeri rivelano che le difficoltà economiche hanno  acuito le disuguaglianze alimentari.

Sono 29,4 milioni gli italiani che si definiscono appassionati, ovvero persone a cui piace informarsi e parlare di cibo; 12,6 milioni si ritengono intenditori, capaci di discutere con buone nozioni su preparazioni, ricette e tradizioni; 4,1 milioni si considerano veri esperti. Sono quasi  20 milioni le persone appassionate di vino, 7,2  gli intenditori e 1,9  gli esperti. Nonostante la predilezione per i prodotti del territorio, visti come garanzia di qualità e sicurezza alimentare, non c’è spazio per l’ortodossia alimentare: ben vengano i fast food occasionali e i prodotti surgelati come pure  gli esperimenti in cucina e le ricette da tutto il mondo. Nelle abitudini degli italiani la qualità si unisce alla praticità.

gli italiani e il cibo
Il cibo è visto come divertimento, salute e identità sociale

Sono 36,6 milioni i cittadini a cui capita di mangiare fuori casa e la convivialità è il motivo prevalente. Sono quasi 20 milioni quelli che mangiano fuori per incontrarsi con gli amici in un ambiente diverso dal  casalingo, la metà lo fa  per svagarsi e non cucinare, quasi 7 milioni per sperimentare pietanze nuove, di cucine etniche e tradizioni diverse. Il cibo è visto come divertimento, salute e identità sociale.

Il cibo è anche il simbolo delle disuguaglianze sociali. Nel periodo 2007-2014 le famiglie che non hanno acquistato alimenti necessari a causa di difficoltà economiche è cresciuta dell’85%( a subire più tagli sono stati i nuclei con figli minori). Nello stesso periodo i nuclei con un capofamiglia classificato come “operaio” hanno registrato una riduzione della spesa alimentare del 17,3% in termini reali, mentre quelle di dirigenti e impiegati del 9,7%, a fronte di una riduzione media del 12,9%.

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