Slow Food, in collaborazione con il Laboratorio Chimico della Camera di Commercio di Torino ha proposto un nuovo sistema di etichettatura. Presentato all’ultimo Salone del gusto, si tratta di informazioni specifiche, legate ad alimenti confezionati quali frutta, verdura, legumi, carni, pesci, latticini e salumi.

 

Col nuovo metodo l’acquirente trova indicazioni che riportano in modo discorsivo, ma sintetico, le tecniche di coltivazione, allevamento, trasformazione, commercializzazione, i dati organolettici e nutrizionali, oltre quelli obbligatori per legge*.

 

Il consumatore ha così gli strumenti per comprendere meglio le caratteristiche dell’alimento e se, con il suo atto di acquisto, sostiene una filiera che rispetta ecosistemi, giustizia sociale, diritti dei lavoratori e promuove la biodiversità.

 

Tra i prodotti che si fregiano dell’innovativo sistema di etichettatura, ad esempio, c’è il formaggio Agrì di Valtorta, per il quale vengono specificati il territorio d’origine, il tipo di vacche dalle quali viene preso il latte e la loro alimentazione, il procedimento e il periodo di lavorazione e la stagionatura.

Un altro esempio sono le Susine bianche di Monreale, delle quali Slow Food riporta le caratteristiche della varietà, il distretto nel quale sono coltivate, dettagli su concimazione e potatura, diserbo, irrigazione e raccolta.

 

Elisa Orlandotti

Foto: Photos.com

 

*(ricordiamoli: denominazione di vendita, ingredienti, quantità netta o nominale, termine minimo di conservazione o data di scadenza, dati del fabbricante o del confezionatore o del venditore, sede di stabilimento di produzione o confezionamento, titolo alcolometrico per le bevande che superano il 1,2% in volume, lotto di appartenenza, modalità di conservazione, istruzioni per l’uso, luogo di origine)

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Carlo Marzo
Carlo Marzo
5 Novembre 2012 10:33

Interessante. Ma mi pare che uno studio di Eurobarometro ha denunciato qualche anno fa che i consumatori voglio l’origine in etichetta, ma non la vanno poi a leggere.

Paoblog
Paoblog
6 Novembre 2012 11:34

C’è consumatore e consumatore; non dovremo mica adattare le etichette a "quelli che non le leggono"?

Ben vengano informazioni chiare e dettagliate, poi se uno preferisce non essere un consumatore informato e consapevole, faccia lui… 😉

Carlo Marzo
Carlo Marzo
7 Novembre 2012 15:36

Ciò che si scrive su un etichetta occupa spazio e deve servire a fornire informazioni essenziali senza le quali si può incorrere in problemi sanitari o di conservazione. Queste sono le cose obbligatorie da scrivere, il resto è pubblicità ed ognuno se la faccia come vuole. La critica è che non basta dire "il popolo lo vuole" se poiari lo stesso non lo usa? Se chiedi al popolo se vuole avere una Ferrari sicuramente ti dice di si..poi però non cosa farsene.