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Doppio standardLa denuncia dell’esistenza di un doppio standard di qualità degli alimenti all’interno dell’Unione europea, portata avanti dai quattro paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), ai quali si è unita la Romania, ha ottenuto una presa di posizione netta da parte del presidente della Commissione Ue, Jean- Claude Juncker, che si è incontrato con il Primo ministro slovacco, Robert Fico, che ha guidato la protesta dei paesi centro-europei, arrivando a minacciare restrizioni temporanee alle importazioni, se la Commissione Ue non avesse adottato misure. In una conferenza stampa, Juncker ha definito “totalmente inaccettabile” la pratica del doppio standard, affermando che il problema esiste e che va affrontato, perché “non mi piace che ci siano cittadini di seconda categoria, in Europa”, ai quali vengono forniti alimenti in “modo discriminatorio”.

Il Primo ministro slovacco si è dichiarato soddisfatto della presa di posizione di Juncker, in particolare perché è stata riconosciuta l’esistenza del problema e cioè che alcuni prodotti, con lo stesso nome e la stessa confezione, hanno differenti livelli di qualità, gusto e ingredienti, a seconda dei paesi. In giugno, dopo le denunce, basate su analisi dei paesi centro-europei, la Commissione Ue aveva risposto di non aver rilevato, per il momento, anomalie di mercato.

In base alle attuali direttive europee, il doppio standard alimentare non è perseguibile, purché le etichette indichino correttamente gli ingredienti dell’alimento. Juncker ha dichiarato che in settembre intende emanare delle linee guida su come interpretare l’attuale direttiva sulla sicurezza alimentare, senza escludere che possa essere approvata una nuova legislazione.

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