olio oliva extravergine

carapelli bertolli olio extravergine di olivaLa filiale statunitense della spagnola Deoleo, proprietaria dei marchi Bertolli e Carapelli, ha accettato di pagare sette milioni di dollari per chiudere una class action intentata in California, che accusava l’azienda di aver travisato l’origine e la qualità dell’olio extravergine di oliva. Per quanto riguarda l’origine, i querelanti contestavano che sulle bottiglie ci fosse la scritta “Imported from Italy”, mentre le olive provenivano, oltre che dall’Italia, da Grecia, Tunisia e Australia. In merito alla qualità, la contestazione era che l’extravergine fosse mischiato con olio raffinato e contenuto in bottiglie chiare, non adatte per prevenire la degradazione causata dalla luce e dal calore.

Deoleo aveva già accettato di rimuovere dalle proprie etichette la frase contestata, “Importato dall’Italia”, impegnandosi a non utilizzarne di analoghe, come “Made in Italy”, a meno che l’olio sia fatto interamente con olive raccolte e spremute in Italia. Ora, per chiudere la vicenda giudiziaria, ha patteggiato il pagamento di sette milioni ai querelanti, impegnandosi a imbottigliare il suo olio extravergine di oliva in bottiglie verde scuro per prevenire la degradazione causata dalla luce, accorciando il periodo entro il quale è consigliato consumare l’olio e indicando la data del raccolto.

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ezio
ezio
18 Aprile 2018 17:22

Da noi si scherza e si tergiversa con la nascondenza, ma altrove chi inganna viene giustamente punito.
Un ottimo avviso per chi esporta con l’inganno, falso made in Italy.

Massimiliano Saini
Massimiliano Saini
26 Aprile 2018 09:04

Non solo mi piacerebbe sapere chi ha intentato l’azione legale, ma vorrei che i produttori italiani onesti finanziassero un osservatorio permanente per scoprire falsi e frodi (anche di italiani) e per reagire legalmente come in questo caso.

domenico riccio
domenico riccio
28 Aprile 2018 16:36

sembra che Carapelli e i successivi proprietari siano incappati varie volta in irregolarità (per non dire altro). Il fatto è che i loro prodotti sono molto reclamizzati e sopratutto venduti nella grande distribuzione. La domanda è: quanto c’è da fidarsi dei controlli della grande distribuzione circa la salubrità di questi prodotti da loro venduti????

marco balestri
marco balestri
29 Aprile 2018 19:44

ecco perchè alcune grandi multinazionali vengono a fare “la spesa” qui in italia
possono utilizzare un nome reale e non uno di quelli ..all’italian sounding …