cibo spazzaturaMilioni di statunitensi che seguono le principali manifestazioni sportive alla televisione e su YouTube sono bombardati da pubblicità di alimenti malsani e bevande zuccherate, e particolarmente esposti sono bambini e adolescenti. Lo evidenzia una ricerca condotta dalla New York University School of Medicine e pubblicata dalla rivista Pediatrics, che ha selezionato le dieci manifestazioni e campionati sportivi che nel 2015 sono stati maggiormente seguiti dagli spettatori compresi tra i 2 e i 17 anni d’età e hanno analizzato quali fossero gli sponsor di queste organizzazioni e manifestazioni, come campionati di football, baseball, calcio, hockey, arti marziali e gare automobilistiche. I ricercatori hanno poi verificato quante volte il marchio degli sponsor fosse associato a questi eventi. Quindi, non sono state conteggiate le pubblicità durante, ad esempio, una partita della National Football League (NFL), bensì quante volte la NFL compariva associata ai vari marchi.

Le partnership tra organizzazioni sportive e aziende alimentari e di bevande analcoliche sono risultate seconde, con il 18,8%, subito dopo quelle di auto. Analizzando il valore nutrizionale degli alimenti pubblicizzati, è emerso che il 76% di essi non sono sani, mentre il 52,4% delle bevande sono zuccherate. Per definire “malsano” un alimento, volgarmente “cibo spazzatura”, sono state utilizzate le linee guida del Nutrient Profile Model, che viene utilizzato in Gran Bretagna e in Australia, mentre gli Usa non hanno un analogo sistema di profilazione nutrizionale degli alimenti.

I ricercatori della New York University ricordano la decisione di McDonald’s che, sotto la pressione delle critiche sollevate da parte di organizzazioni operanti nel campo della salute pubblica, lo scorso giugno ha deciso di interrompere, dopo 41 anni, la sua sponsorizzazione delle Olimpiadi. Una decisione che “suggerisce che altre organizzazioni sportive potrebbero sfruttare la pressione dell’opinione pubblica per migliorare la salubrità degli sponsor”.

Come sottolineato da Marie Bragg, che ha guidato la ricerca, al Daily Mail Online, “le organizzazioni sportive inviano un messaggio confuso attraverso le loro sponsorizzazioni di alimenti malsani ed è particolarmente problematico che i bambini ricevano un messaggio secondo cui lo sport e l’esercizio fisico sono importanti ma le diete sane non contano”.

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